Ci sono alcuni accessori che non possono mai mancare e che devono essere selezionati di buona qualità, quando si tratta di predisporre la dotazione di uno studio di registrazione. Tra questi c’è naturalmente il microfono, uno strumento da scegliere con grande cura poiché rappresenta l’Abc per chi si occupa di audio. Come muoversi nel mare magnum di tipologie e situazioni? Vediamolo in questo approfondimento.
Modelli e contesti di utilizzo
Ovviamente il primo aspetto da prendere in considerazione, prima ancora della tipologia di microfono, sarà quello relativo al contesto di utilizzo. Si può anche finire per comprare un oggetto costoso ma questo potrebbe non bastare a restituire un audio nitido nel caso in cui si dovesse trovare nell’ambiente sbagliato.
Anche se capita spesso di trovare, comunque, modelli che potranno essere adoperati in entrambi i casi con un certo successo. Molto spesso vengono offerte delle classificazioni che fanno riferimento alla specifica tecnologia adottata. Quindi vi sono quelli a condensatore che sono l’ideale nel caso in cui si debba registrare un podcast oppure un cantante in cabina, dinamici i quali funzionano al meglio in ambienti rumorosi, valvolari che sono molto delicati o quelli a nastro, con questi ultimi che spesso però reggono male la pressione sonora. Oppure ancora – in base al tipo di diagramma polare – omni, cardioide, ipercardioide, shotgun e figura 8.
Sia che si abbia intenzione di registrare un video da caricare sul proprio canale YouTube o che si debba preparare un nuovo podcast, un elemento come l’audio è ovviamente cruciale. L’obiettivo è fare in modo di non vanificare tutti gli sforzi profusi, rovinando così sia il podcast che il cortometraggio. Ma allora cosa bisogna cercare nel microfono? La scelta è vasta e orientarsi non è sempre facile.
L’importanza di attrezzare bene l’home studio
Un home studio ben attrezzato è un ambiente che per sua essenza è chiuso e protetto, soprattutto dall’umidità. E’ stato trattato acusticamente e il suo scopo è proprio quello di effettuare registrazioni. Rispetto a un contesto live, in uno studio ciascuno strumento può essere suonato da solo e poi editato con grande cura. Dal vivo, invece, ogni ripresa vede la band suonare in contemporanea: questo comporta delle interazioni e dei rientri nei microfoni. Nello studio, peraltro, si possono anche posizionare più microfoni per un medesimo strumento, in modo da bilanciare il suono in maniera ottimale. Un microfono che consente di fare un po’ tutto è il condensatore all round, specialmente agli inizi. Si trovano modelli di vari prezzi e sul mercato la scelta è ampia.
Investendo sui 300 euro circa si possono acquistare oggetti dalle grandi potenzialità. L’acquisto di un secondo microfono invece pone di fronte a un bivio: si può prendere un secondo condensatore uguale oppure scegliere un microfono dinamico anche se tutto sommato risulterà meno ‘sensibile’. Stando al di sotto dei 100 euro si trovano modelli interessanti e affidabili oltre che performanti. Scegliere bene il microfono è essenziale perché questo strumento rappresenta il principale anello di congiunzione tra gli strumenti da registrare – voce compresa ovviamente – e la catena del segnale.